Il Cusi procede verso il rinnovamento
Si è svolta a Roma sabato 24 ottobre, presso la Sala d’Onore del Coni, la diciottesima assemblea federale del Cusi. Una assemblea atipica, con i presidenti e i delegati del Cus collegati da remoto così come imposto dagli ultimi Dpcm.
Nonostante le distanze e le difficoltà, il mondo universitario ha dimostrato ancora una volta di esserci e di saper essere forte e solido, senza frustranti illusioni o facili scorciatoie. Ma con determinazione e speranza. Auspici concreti, collettivi e avvicinanti, riassunti con passione da Antonio Dima.
“Ci auspichiamo che il 2021 sia diverso, contenga ragioni, fatti e principi di attività ed eventi sportivi” ha tagliato corto il presidente.
“Siamo nel pieno di una grande rivoluzione. In questi casi si deve scegliere dove stare, oppure si rischia di subire le scelte anziché dettarle e generarle: ci ospita la sede del Coni, questo spiega cosa faremo da subito e da grandi. In caso contrario, saremo uno dei tanti enti di promozione in un dipartimento qualsiasi. Il programma che vi avevo annunciato lo scorso anno in questo salone, è stato frenato dagli eventi legati alla pandemia. Ma siamo sempre sul pezzo. Aspettiamo la riforma e le direttive. Ma se, come peroriamo e speriamo, saremo diventati la Federazione del Cusi, allora dovremo muoverci con rapidità e attenzione avendo per bersaglio prioritario gli atenei e la Crui“. Antonio Dima ha messo i puntini sulle i. “Tutti ci chiedono rinnovamento e noi non possiamo sprecare l’assist. Dobbiamo conoscere il passato per stabilire il presente e programmare il futuro. Solo così si può raggiungere l’obiettivo. Per riuscirci, dobbiamo camminare assieme. Convinti e convincenti, capaci di metterci in gioco. Anche con il Covid-19 che rialza la cresta. E mette in crisi i Centri universitari sportivi sparsi per la penisola. Mi piace sottolineare il ruolo degli atenei, del personale docente e amministrativo, dei tecnici e dei dirigenti: un popolo che esige risposte. Un universo che muta quotidianamente e ha al centro gli studenti, veri protagonisti della crescita sportiva, culturale, sociale ed economica del sistema Italia”.
Tre ore abbondanti di lavori. Confronto aperto, tra incognite e certezze. Aperto dal presidente nazionale del Coni Giovanni Malagò, con a seguire l’intervento del past president e attuale consigliere della Fisu Lorenzo Lentini.
Oltre trenta Cus collegati in streaming attenti anche alle relazioni economica-finanziarie, a cura del direttore amministrativo Alberto Todini, di Beppe Angiuli (Collegio sindacale), con gli interventi da remoto dei presidenti Diego Garavaglios (Cus Modena), Maurizio Rivellino (Cus Molise), Carmine Calce (Cus Cassino) e Alessandro Castelli (Cus Milano). Toccanti le parole del professor Romano Isler:“Grazie ad Antonio per avermi chiamato a fare il vice presidente dell’assemblea”. Infine, lo sguardo – pur con i dubbi legati alla pandemia – alle manifestazioni del prossimo anno, offerto da Mauro Nasciuti.
In agenda i Cnu di Cassino, le Universiadi invernali di Lucerna e le olimpiadi dello sport universitario di Chengdu (Cina).
“Attraversiamo un momento non semplice per il Cusi e per lo sport in generale – ha ribadito Lorenzo Lentini – la Fisu ha cambiato la denominazione e si avvia a modificare la struttura agonistica e i gli stessi modelli di gestione dello sport universitario. Un fronte su cui dobbiamo farci trovare pronti. Non a caso il presidente del Cusi sta per sottoscrivere una convenzione fondamentale con la Fisu. Immaginiamo un nuovo modello che prosegue la strada scelta cinque anni fa. Antonio – ha precisato Lentini – , dopo la morte di Lilli Coiana, mi consegnasti al consiglio federale, in ossequio alla volontà dei Cus italiani. Adesso, siamo alla terza fase: dallo Statuto alla trasformazione in modello federale. E ricordo che senza non avremmo avuto spazio nella politica degli atenei. Il modello sportivo Cusi all’interno della Federazione dello sport universitario”.
Il consigliere Fisu ha sottolineato un aspetto chiave: “Il Cusi non può rimanere un’associazione di centri o studenti, deve trasformarsi in una federazione moderna dello sport universitario e sedersi al tavolo del Coni”. Un aspetto evidenziato con vigore propositivo anche da Antonio Dima. Sul tema, a scuotere consapevolmente l’assemblea i rilevi della Presidenza del consiglio dei ministri. “Malagò ci ha detto che si rischia di ripartire dal via, come nel gioco dell’oca. Però, dobbiamo stare vigili, attraversiamo un passaggio epocale. Federazioni, sport paralimpico, sport delle università: ci hanno relegato all’interno del meccanismo associativo. Con la legge 394 siamo riusciti a mantenere il modello giuridico, abbiamo lottato per aver tenuto la parola Cusi negli Statuti delle università italiane. Oggi, affrontiamo il passaggio federale. Dobbiamo procedere insieme e uniti, in modo concreto con un solo obiettivo: vincere anche nella terza fase della nostra storia”.
Articolo completo: https://www.cusi.it/lo-sport-universitario-rinnova-le-sue-stagioni/